A cura di Flowriting
Andrew Crofts ha venduto decine di milioni di libri in tutto il mondo.
C’è solo un piccolissimo problema, nessuno lo sa…
Sì, perché non si tratta di uno scrittore qualsiasi, per quanto terribilmente prolifico, bensì di un “fantasma” il cui nome non appare mai in copertina, perché cede a qualcun altro – che siano colleghi più noti o personalità pubbliche – le sue opere: stiamo parlando di un ghostwriter, una figura che negli ultimi anni ha conosciuto un successo sempre crescente.
Si può dire che Crofts, nato in Inghilterra 61 anni fa, sia il re di questa categoria, se è vero che con Vendute! di Zana Muhsen, uscito per Mondadori nel 1991, ha venduto in totale 5 milioni di copie, ed è arrivato a ottenere come compenso massimo per uno dei suoi lavori anche 780.000 euro!
Nel 2014 ha raccontato la sua vita “avventurosa”, seppur trascorsa in gran parte nell’ombra, in un libro autobiografico, Confessions of a Ghostwriter, pubblicato dalla casa editrice The Friday Project.
Non soffre di alcun complesso di inferiorità (del resto con quelle cifre…), e non cambierebbe mestiere per nulla al mondo, neppure in cambio di una maggiore visibilità: “So dal principio di essere un ghostwriter, se un mio libro vende bene vuol dire solo che ho svolto il mio lavoro egregiamente”.
Riceve un migliaio di richieste all’anno, ne accetta circa tre e lavora in media 8-10 ore al giorno. La cosa più importante, sostiene, è riuscire a mettere da parte i propri pensieri, sentimenti e opinioni, per guardare il mondo con gli occhi di un altro, in questo caso l’autore del libro.
Si occupa prevalentemente di biografie e saggi, più raramente di romanzi.
I suoi colleghi italiani sono lontanissimi da questi numeri, ma rappresentano una schiera in continuo aumento: Irene Spagnuolo, Riccardo Esposito, Susanna De Ciechi, Gregorio Ponci, sono solo alcuni dei più conosciuti (loro malgrado!).
Da noi questo mestiere viene apprezzato in privato ma raramente riconosciuto in pubblico, c’è come una sorta di imbarazzo strisciante tra gli stessi addetti ai lavori.
All’estero invece vengono regolarmente citati come è giusto che succeda a professionisti di altissimo livello. Si calcola che oltre il 20% dei best seller sia opera di ghostwriter, e molti autori di primissimo piano hanno ammesso di farvi ricorso almeno per qualche spunto, tra i quali James Patterson, Wilbur Smith, Tom Clancy.
O come il tennista Andre Agassi, la cui fortunatissima e stracitata autobiografia, Open, è stata scritta dal giornalista J.R. Moehringer.
Il segreto per vendere milioni di copie? Ce lo confida ancora una volta Andrew Crofts: primo, raccontare ai lettori qualcosa che non sanno ma desiderano ardentemente sapere.
Occorre un’idea forte che sia riassumibile in massimo 25 parole. Secondo, rassicurarli, metterli a proprio agio. Prenderli per mano e accompagnarli, dall’inizio alla fine del libro, dicendo loro esattamente ciò che desiderano sentirsi dire.
Fosse facile…